Corso di Formazione Radiazioni Ottiche Artificiali e Apparecchi Elettromedicali
Il capo V del D. Lgs. 81/08 obbliga il Datore di Lavoro a eseguire la valutazione e prevenzione dei rischi da esposizione a radiazioni ottiche in conformità alle norme tecniche in vigore (CEI, IEC, EN).
L’obiettivo del corso è quello di fornire i contenuti minimi e gli elementi base per una corretta valutazione dei rischi da esposizione da ROA. Verranno inoltre fornite indicazioni utili per valutare la conformità alla legge e alle norme di buona tecnica dei documenti prodotti.
Contenuti
Il capo V del D.Lgs. 81/08 obbliga il datore di lavoro a eseguire la valutazione e prevenzione dei rischi da esposizione a radiazioni ottiche in conformità alle norme tecniche in vigore (CEI, IEC, EN). Tali norme definiscono l’addetto alla sicurezza come “persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e controllare i rischi causate dai laser e ha la responsabilità di supervisione sul controllo di questi rischi”. L’addetto coopera direttamente con gli utilizzatori dell’apparecchiatura (operatori laser) che vanno formati in modo che nella zona laser controllata siano assicurate costantemente le misure di sicurezza di base per gli operatori sanitari e per i pazienti.
Il corso è così suddiviso:
Destinatari
Lavoratori esposti a radiazioni ottiche artificiali
CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI / TECNICI LASER
Il 26 aprile 2010 è entrato in vigore il capo V del D. Lgs. 81/08 che obbliga il Datore di Lavoro a eseguire la valutazione e prevenzione dei rischi da esposizione a radiazioni ottiche in conformità alle norme tecniche in vigore (CEI, IEC, EN). La norma prevede gli UTILIZZATORI dell’apparecchiatura (operatori laser) siano specificatamente formati in modo che nella ZONA LASER CONTROLLATA, siano assicurate costantemente le misure di sicurezza di base.
Destinatari
Operatori/tecnici in gruppi di circa 15 partecipanti per edizione.
Durata
8 ore
FORMAZIONE IN TEMA DI SICUREZZA, GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI E SVILUPPO DELLE COMPETENZE NON TECNICHE
Motivazione e scopo del lavoro
La prevenzione dei rischi per salute e sicurezza e degli errori sanitari si realizza attraverso processi individuali (di percezione, valutazione e decisione), processi sociali (comunicazione, coordinazione) e processi organizzativi (leadership, reporting system, gestione delle emergenze) che condividono molte caratteristiche.
Per l’organizzazione, il governo coordinato di questi processi assume significato di efficacia, in quanto il verificarsi di eventi negativi in un ambito riverbera conseguenze anche nell’altro, e di efficienza, in quanto molte azioni di prevenzione in un ambito andrebbero ripetute anche nell’altro.
La presente proposta di formazione costituisce una occasione di costruzione di una cultura della sicurezza basata sull’apprendimento dagli errori e sullo sviluppo di competenze trasversali necessarie alla gestione delle situazioni impreviste e di emergenza.
Rappresentazione sintetica del progetto formativo
La nostra proposta consiste nell’organizzazione di una giornata di formazione in aula in cui verranno trattati gli argomenti presentati nello schema seguente:
L’approccio sistemico alla gestione dell’errore
L’approccio sistemico all’errore costituisce un metodo che guarda agli errori come a una fonte di informazione per l’apprendimento organizzativo, partendo dal presupposto che gli errori siano inevitabili e parte della condizione umana.
Apprendere dagli errori è, infatti, un requisito necessario per le organizzazioni, soprattutto per quelle che operano in ambienti complessi e ad alto rischio, poiché, esso consente di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza.
Introduzione alle competenze non tecniche
Le non-technical skill (Competenze non tecniche) sono delle abilità cognitive personali e sociali che completano le competenze tecniche degli operatori e dei professionisti. Queste abilità sono delle risorse che contribuiscono alla realizzazione di performance sicure, efficienti ed affidabili. Non si tratta di abilità misteriose ma di quello che i migliori operatori e professionisti fanno, spesso inconsapevolmente, per raggiungere alte performance nella propria attività lavorativa.
L’obiettivo principale del percorso formativo riguarda la diffusione di una maggiore consapevolezza sulle competenze “non tecniche” relative alla sfera relazionale e personale degli operatori.
I comportamenti umani nelle situazioni critiche e di emergenza
La seconda parte della giornata di formazione prevede l’analisi dei comportamenti umani nelle situazioni critiche e di emergenza e nell’individuazione di strategie di coping efficaci per aumentare i livelli di affidabilità.
Verranno analizzati i fattori che entrano in gioco nelle reazioni umane alle situazioni critiche e alle emergenze, verranno esaminate le reazioni attese sia dalla singole persone sia dal loro far parte di un gruppo fino a toccare gli aspetti relativi al panico della folla.
I metodi didattici proposti sono di vario genere e utilizzano diverse tecniche di apprendimento:
1) Il trasferimento delle informazioni –Lezione frontale. Le tecniche basate sul trasferimento di informazioni sono quelle più utilizzate. Queste comportano un apprendimento passivo e vengono integrate attraverso l’utilizzo di letture e di riferimenti bibliografici.
2) Le dimostrazioni pratiche. I metodi basati sulle dimostrazioni consentono ai partecipanti di osservare i comportamenti, le azioni e le strategie richieste. Questi potrebbero essere presentati attraverso degli esempi concreti. Generalmente la tecnica più comunemente utilizzata è quella basata sull’uso di filmati o la presentazione di casi rilevati in letteratura (sia in ambito sanitario che industriale). L’osservazione di questi video consente ai partecipanti di acquisire conoscenze sulle modalità con cui è avvenuto l’errore e su che cosa si sarebbe potuto fare per prevenirlo. Inoltre, ai partecipanti si potrebbe chiedere di osservare e classificare le non-technical skill dimostrate dagli attori del video.
3) Attività pratiche. I metodi basati sulle attività pratiche sono i più efficaci per la formazione sulle non-technical skill. Presentiamo alcuni esempi di metodi basati sulla pratica:
ü Piccoli esercizi di gruppo, usati tipicamente per discutere uno scenario o un caso studio. I partecipanti vengono suddivisi in piccoli gruppi di tre o cinque persone per approfondire un particolare evento. Ciascun gruppo poi riporta i propri risultati al resto dell’aula.
ü Il role-playing implica l’assunzione di un ruolo all’interno di una situazione simulata. Lo scopo è quello di consentire ai partecipanti di comprendere i diversi punti di vista o di mettere in pratica un’interazione sociale o un’abilità cognitiva.
Nonostante sia necessario riflettere sulle modalità più adeguate da introdurre nel piano formativo in relazione alle possibilità e alle esigenze dell’azienda ospedaliera coinvolta, riteniamo che sia importante sottolineare la necessità di adottare strategie metodologiche differenti, capaci di combinare attività didattiche più tradizionali (la lezione formale) con attività pratiche e interattive, in modo da garantire un trasferimento delle informazioni più efficace e per mantenere viva l’attenzione dei partecipanti.
Quantificazione delle attività
Il numero di partecipanti in aula non dovrebbe superare le 25 persone, in modo da agevolare la realizzazione delle metodologie formative più interattive(nel caso di aule più numerose si richiede l’organizzazione di più edizioni dell’iniziativa formativa).
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